Ieri molte donne hanno festeggiato l’8 marzo con rametti di mimose, ma quella che viene da sempre chiamata “ la festa della donna” che ricorre ogni anno com’è ormai noto a tutti non è una ricorrenza goliardica ma l’anniversario di un evento infausto che ha però segnato il passo di tutte le donne.
Ecco perché mi piace riferirmi a questa giornata col suo vero nome “la Giornata internazionale dei diritti delle donne” per ricordare le conquiste sociali economiche e politiche nonché le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono oggetto in ogni parte del mondo.
Perchè parlare OGGI delle conquiste delle donne nel nostro Paese?
Perchè anche se le condizioni di vita e di lavoro delle donne sono molto cambiate e migliorate dal dopoguerra ad oggi, la battaglia per la parità di trattamento tra i sessi non è ancora conclusa, anzi si avverte la necessità di vigilare anche su quelle conquiste che sono già state raggiunte.
Le giovani donne di oggi sono nate e cresciute con tutta una serie di diritti acquisiti dando per scontato che possono realizzarsi nella vita in base alle proprie scelte personali, ma non è proprio così.
Sia nel mondo del lavoro che nel contesto della famiglia le loro aspirazioni si scontrano con una società che ancora discrimina le donne in favore degli uomini nonostante siano attualmente in vigore delle leggi specifiche che tutelano il ruolo delle donne come lavoratrice e madre.
La prima grande conquista delle donne è stata il diritto di voto nel 1946 ma soltanto nel 2006 le donne hanno ottenuto dei numeri rappresentativi per la partecipazione in Parlamento.
Nel 1948 la Costituzione ha esteso alle donne il diritto di accedere a tutti gli Uffici Pubblici e le cariche elettive e nel 1963 una legge ha ammesso le donne a tutte le professioni o impieghi pubblici tranne la carriera militare.
Nella Polizia di Stato il 1° marzo 1961 entrarono in servizio le prime ispettrici appartenenti alla carriera direttiva del nuovo Corpo di Polizia femminile, affiancate dopo 4 mesi dalle assistenti di polizia appartenenti alla carriera di concetto dello stesso Corpo. Ad entrambe furono assegnate però mansioni molto limitate rispetto ai colleghi uomini.
Soltanto nel 1981 grazie alla riforma attuata con la legge 121 viene sancita la piena equiparazione tra personale femminile e maschile.
Questa conquista aprì la strada, con la legge 380 del 20 ottobre 1999 all’ ingresso delle donne in tutte le forze armate.
Oggi nella Polizia di Stato le donne sono impiegate in tutti gli ambiti operativi, tecnici e sanitari ricoprendo tutte le qualifiche.
Per quanto concerne la tutela e il diritto di parità nell’ambito famigliare negli anni 70 sono entrate in vigore delle leggi riguardanti il diritto di famiglia, gli asili nido, e i consultori nonchè le leggi sull’interruzione volontaria di gravidanza e il divorzio.
Nel 1996 la violenza sulle donne si trasforma da reato contro la morale a reato contro la persona.
Alla luce di questi grandi progressi le giovani donne di oggi non devono abbassare la guardia, devono continuare ad incontrarsi, dialogare e riflettere affinchè tutte queste leggi che le tutelano non abbiano valore solo sulla carta ma nella vita di tutti i giorni, che la nostra società fornisca quegli strumenti di lotta che garantiscano il mantenimento in vita delle conquiste fatte e che sia in grado di supportare le donne contemporanee nelle difficoltà e le nuove esigenze.
La Coordinatrice Nazionale per le Pari Opportunità
Teresa Longobardi