ROMA – La Corte di Appello di Perugia, a causa del gran numero di ricorsi per equa riparazione presso di essa depositati a seguito del mutamento della giurisprudenza avutosi con la nota pronunica della Cassazione a Sezioni Unite n.6306/2010 in merito alla competenza territoriale, non è ancora riuscita a smaltire l’arretrato di lavoro presso di essa pendente.
Le cause di tale ritardo sono da ricercare in molteplici circostanze.
Innanzitutto la detta Corte di Appello di Perugia dopo la pronuncia delle Sezioni Unite ha scelto di non procedere ad alcuna fissazione di udienza per tutti quei ricorsi per equa riparazione che avevano come giudizio presupposto un giudizio amministrativo e che sino ad allora avevano avuto, per quel che qui ci interessa, come sede naturale territoriale la Corte di Appello di Roma. La ragione di tale scelta era legata al fatto che si era in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale sulla questione di legittimità costituzionale dell’articolo 3, comma 1, della legge 24 marzo 2001, n. 89 (Previsione di equa riparazione in caso di violazione del termine ragionevole del processo e modifica dell’articolo 375 del codice di procedura civile), sollevata, in riferimento agli articoli 3, primo comma, 24, 25, primo comma, e 111, secondo comma, della Costituzione, dalla Corte di appello di Caltanissetta. Con sentenza n.117/2012 pubblicata il 16/05/2012 la Corte Costituzionale si è sostanzialmente allineata a quanto già espresso dalle Sezioni Unite. Per tale ragione la competenza territoriale per i sopra descritti giudizi di equa riparazione resta incardinata presso la Corte di Appello di Perugia.
Appare dunque chiaro che la Corte di Appello di Perugia avendo procrastinato le fissazioni di udienza per circa due anni, in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale, ha accumulato una notevole quantità di ricorsi, sia per quelli nuovi che per quelli provenienti da Roma per riassunzione di giudizio.
A fronte di tale situazione la Corte di Appello di Perugia, nei suoi pur limitati mezzi di personale e strutture, sta cercando di adoperarsi nel miglior modo possibile per smaltire il notevolissimo carico di lavoro, anche mediante l’instaurazione di un team apposito per l’equa riparazione. Ci aspettiamo e auguriamo, dunque, che a breve termine possano riprendere le normali fissazioni di udienza anche per i ricorsi di cui questo sindacato si è fatto promotore.
Infine vogliamo ricordare che il ritardo accumulato, e quindi l’ulteriore tempo trascorso in attesa di una pronuncia sui ricorsi depositati, verrà preso nella dovuta considerazione dal sindacato e dagli avvocati incaricati. Infatti anche in merito alla purtroppo ulteriore eccessiva durata del processo per equa riparazione, ogni singolo ricorrente ha maturato e sta maturando un nuovo diritto ad un nuovo indennizzo.
Vogliamo, inoltre, informare che, a partire dalla data di domani 27/09, la Segreteria Nazionale provvederà a contattare personalmente ogni singolo associato interessato ai ricorsi di equa riparazione su cui la Corte di Appello di Roma si è pronunciata nel merito accogliendo la domanda e riconoscendo il risarcimento spettante. Si precisa infatti che per i detti ricorrenti si procederà entro brevissimo tempo al deposito del ricorso per ottemperanza presso il Tar competente, al fine di ottenere materialmente il pagamento di quanto loro riconosciuto.
Provvederemo a mantenere periodicamente informati gli iscritti sulle evoluzioni legate ai ricorsi.