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Premier in tv: maxi-multe da AGCOM al TG1 e al TG4

berlusconiMILANO – L’intervento di Berlusconi di venerdì scorso ai tg nazionali ha fatto scattare maxi-multe da parte dell’Agcom. Le sanzioni massime sono state inflitte a tg1 e tg4 (258.230 euro), in quanto recidivi, e sanzioni di 100 mila euro ciascuno a Tg2, Tg5 e Studio Aperto: lo ha deciso oggi a maggioranza la commissione Servizi e Prodotti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, dopo aver analizzato la trasmissione delle interviste al premier Berlusconi venerdì 20 maggio.

FEDE: MINACCIA POLITICA «Un’intimidazione di natura politica»: è in sintesi il giudizio che Emilio Fede dà della multa da 258 mila euro che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha inflitto al Tg4. «Sono furibondo», ammette Fede, convinto però che la decisione, «un’offesa gravissima all’autonomia dei giornalisti e dei direttori, di cui risponderanno davanti all’opinione pubblica», si tradurrà in un boomerang: «È in atto una strategia precisa per impedire a Milano la vittoria del candidato del Pdl. Ma sono certo che stanno facendo un cattivo servizio a Pisapia». «Siamo di fronte a una palese, metaforicamente parlando, disonestà politica», sottolinea Fede. «L’intervista a Berlusconi di venerdì scorso è stata da me ridotta da sei minuti a 3 minuti e 40 secondi, mentre in par condicio era ospite in studio Stefano Boeri, capolista del Pd a Milano, per sette minuti, più un altro minuto dedicato al coordinamento di Pisapia, per un totale di 8 minuti».

LE MOTIVAZIONI «La Commissione servizi e prodotti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni – spiega una nota dell’organismo di garanzia – nella sua riunione odierna, ha esaminato, anche alla luce degli esposti presentati, la situazione determinatasi nella giornata di venerdì 20 maggio, nella quale si è avuta la trasmissione, in prime time, da parte dei notiziari TG1, TG2, TG5, TG4 e Studio Aperto, di interviste al Presidente del Consiglio». «Sul punto – ricorda la nota – l’Autorità aveva chiesto lo scorso 21 maggio chiarimenti urgenti alle emittenti interessate. Considerate le osservazioni pervenute da Rai e Mediaset, la Commissione ha ritenuto che le interviste, tutte contenenti opinioni e valutazioni politiche sui temi della campagna elettorale, ed omologhe per modalità di esposizione mediatica, abbiano determinato una violazione dei regolamenti elettorali emanati dalla Commissione parlamentare di Vigilanza e dall’Agcom». «La Commissione ha pertanto deliberato, a maggioranza, di comminare a TG1 e TG4 – annuncia la nota – la sanzione nella misura massima prevista dalla legge (258.230 euro), in quanto recidivi, e sanzioni di 100 mila euro ciascuno a TG2, TG5 e Studio Aperto. L’Autorità ribadisce che vige il dovere di equilibrio e completezza di informazione fino alla conclusione della campagna elettorale con i ballottaggi in corso». L’Autorità ha infine «chiarito che il divieto di diffusione di sondaggi sulle intenzioni di voto rimane in vigore su tutto il territorio nazionale fino allo svolgimento del secondo turno delle elezioni amministrative».

NUOVO MESSAGGIO ANTI-PISAPIA Altro che abbassare i toni, parlare di Milano, dei programmi. Il centrodestra continua, nella campagna elettorale per il ballottaggio a Milano, a puntare il dito sul candidato del centrosinistra, accusandolo ancora di estremismo e di vicinanza ai centri sociali. Dopo i manifesti apparsi nei giorni scorsi, in cui si parlava di “Zingaropoli”, di “Ecopass per tutti a 10 euro” e di “Abusivismo dei rom”, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha affidato ad un videomessaggio su YouTube il suo comizio di sostegno alla sindaco uscente Letizia Moratti.
Secondo il premier, se vincesse Pisapia, Milano diventerebbe «una città islamica, una zingaropoli di campi rom, una città assediata dagli stranieri che dà a questi diritto di voto». «Dalle persone pragmatiche e di buon senso quali siete, dovrete scegliere tra ciò che ha fatto e si impegna a fare la nostra coalizione di centrodestra e il programma rischioso di chi è appoggiato dai centri sociali e dalle frange più estremista della sinistra – spiega Berlusconi – Non credo che sia una priorità avere nuovi centri sociali, una moschea nella nostra città, non credo proprio che vogliamo rivedere le vie di Milano riempite di bandiere rosse e di falce e martello come nei giorni scorsi. Non credo che vorremo consegnare la nostra città a chi vorrebbe fare di Milano la Stalingrado d’Italia, con chi va a prendere il caffè tutti i giorni con personaggi vicini ai centri sociali».
«Il nostro programma – continua – invece è concreto. Milano è alla vigilia dell’Expo, un evento che la rilancerà nel mondo, per creare ricchezze e posti di lavoro, si stanno realizzando due nuove linee della metropolitana. Sarà una grande occasione per alberghi, ristoranti e negozi. Avremo 30mila nuovi alloggi a prezzi di favore per le famiglie meno fortunate e 3 milioni di metri quadrati di verde in più. Le tasse, grazie alla Moratti, sono le più basse d’Italia. Per tutte queste ragioni dobbiamo andare a votare, non vogliamo consegnare la nostra Milano a una sinistra autoritaria, inefficiente e clientelare», conclude il Cavaliere.

DIRETTORI TG: “DA AGCOM SOLO INTIMIDAZIONI” Una grave lesione della libertà di stampa, un’intimidazione politica, un provvedimento surreale. Rispondono quasi all’unisono i direttori delle testate sanzionate dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni per le interviste di venerdì scorso al premier Silvio Berlusconi. Tutti si dicono allibiti dalla decisione presa dall’Agcom, che ha ravvisato una violazione dei regolamenti di Commissione di Vigilanza e Agcom, definendo «omologhe per modalità di esposizione mediatica» le interviste. Multe massime (258.230 euro), perchè recidivi, a Tg1 e Tg4. «Sono esterrefatto – commenta il direttore del Tg1, Augusto Minzolini -. Secondo l’Autorità, il capo del governo non doveva essere intervistato. Quindi il criterio giornalistico è stato messo da parte e ne è stato introdotto un altro dai contorni confusi che non è neppure quello della par condicio, visto che l’equilibrio in Tv era assicurato dalla natura e dai tempi delle presenze dei politici dell’opposizione nelle edizioni del Tg sia dei giorni precedenti che di quelli successivi». Per il direttore del Tg4, Emilio Fede, si tratta di «un’offesa gravissima all’autonomia dei giornalisti e dei direttori, di cui risponderanno davanti all’opinione pubblica» «Il fatto che vengano colpiti innanzi tutto Tg1 e Tg4 è una scelta politica – prosegue Fede -, visto che, guarda caso, si tratta dei tg accusati di essere più vicini al governo e a Berlusconi. Ma al Tg4 abbiamo dato spazio a tutti in ugual misura, tranne proprio a Berlusconi al quale ho dato meno spazio che altri altri». Sanzioni di 100 mila euro ciascuno a Tg2, Tg5 e Studio Aperto. «Quel che è accaduto è di una gravità inaudita – afferma il direttore del Tg5 Clemente Mimun – Si manifesta come una pesante intimidazione, che naturalmente verrà ignorata dagli organi di rappresentanza dei giornalisti italiani. Il Tg5 aveva chiesto autonomamente l’intervista al premier l’ha realizzata non appena Silvio Berlusconi ha dato il suo assenso». «Noi siamo equilibrati, non dobbiamo riequilibrare niente – si difende il direttore di Studio Aperto, Giovanni Toti -. Abbiamo fatto interviste a tutti, ed anche a Bersani abbiamo chiesto di intervenire, aspettiamo di sapere quando intende farlo. Non avevamo sentito il premier perchè lui aveva deciso di non parlare e poi gli abbiamo fatto un’intervista giornalistica in piena regola, ha risposto alle nostre domande. Per questo dobbiamo essere sanzionati?».

CASINI: “MULTE NON SERVONO A NULLA” «Secondo me servono a poco». Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini non crede all’effetto dissuasivo delle sanzioni inflitte dall’Agcom a cinque Tg pubblici e privati per violazione delle regole sulla par condicio a seguito dell’intervento del premier. «Non credo che una grande società per 200.000 euro di multa cambi impostazione politica -ha osservato Casini ospite di ‘Otto e Mezzò su La7- c’è una grande disparità ma il Tg5 ad esempio non mi è sembrato così disequilibrato. In tv e nei tg c’è una grande disparità, l’unico che non se ne rende conto sapete come si chiama…».

PISAPIA: DAL PREMIER SOLO MENZOGNE «Il presidente del Consiglio è così bugiardo che non si può credere neanche al contrario di quello che dice»: è partito da questo il candidato sindaco del centrosinistra a Milano, Giuliano Pisapia, per commentare il videomessaggio di Silvio Berlusconi che lo ha accusato di prendere il caffè con i centri sociali. «Basta vedere con chi prendo il caffè – ha spiegato – per contrastare questa ennesima menzogna del presidente del Consiglio. Io prendo il caffè con professionisti, con lavoratori, con imprenditori, con la parte buona di Milano».

BERSANI: BERLUSCONI FA RIDERE «Oggi Berlusconi ha detto che, se vince Pisapia, Milano diventerà una città islamica. Noi diciamo: caro Berlusconi, ti accorgerai che alimentando le paure non si vince». Lo ha detto a Cosenza il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. «Noi – ha aggiunto – siamo tranquilli. Le tue parole le prendiamo a ridere. Anzi consiglio a qualche vignettista di rappresentarlo, il giorno dopo le elezioni di Milano, con un burqa in testa per nascondersi dai milanesi».

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