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“Alto Impatto”. Il maglio della Polizia di Stato sullo sballo

DSC05586ROMA – Locali passati al setaccio, decine di persone controllate, arresti e alcuni clandestini riportati nei loro Paesi. Si chiama «Alto impatto» la risposta della polizia alla guerriglia urbana scatenatasi in centro martedì sera tra bande di spacciatori. Decine e decine di uomini delle forze dell’ordine, con rinforzi arrivati da Roma e la «celere» in prima linea a caccia di clandestini e pusher che hanno messo a ferro e fuoco l’acropoli e che da anni fanno il bello e il cattivo tempo.

«Alto impatto» significa servizi straordinari di controllo del territorio disposti dal questore Nicolò D’Angelo ed effettuati dalla Squadra mobile e dalle volanti con l’ausilio dei reparti prevenzione crimine «Emilia» e «Toscana», inviati di rinforzo dal Dipartimento della pubblica sicurezza. Uno schieramento mai visto a Perugia, cui si aggiunge quello dei carabinieri. Già martedì pomeriggio era stato arrestato uno spacciatore tunisino di 33 anni nella zona di Elce e nella serata, prima dei fatti di piazza Danti, era stata scoperta una base di spaccio in via della Pallotta dove, su segnalazione dei residenti, gli agenti avevano fatto irruzione in un garage e arrestato un tunisino di 31 anni che tentava di disfarsi di involucri di droga: eroina e cocaina. Per tutta la settimana sono stati intensificati i servizi nel centro storico e in zona-stazione: controllati 25 esercizi pubblici e 154 persone, di cui 37 condotte in Questura per accertamenti. L’Ufficio immigrazione ha espulso alla fine sei tunisini clandestini e ne ha accompagnati altri tre, con precedenti specifici per stupefacenti, ai Centri identificazione, da dove saranno rimpatriati. Venerdì fino a notte sono stati intensificati i controlli in luoghi e appartamenti noti per essere frequentati da albanesi «sospetti». Ieri ne sono stati rimpatriati. Tra essi una ventinovenne da anni clandestina in molte città del Nord Italia che di recente si prostituiva in via Settevalli. Insieme a lei sono stati scovati un albanese di 38 anni, pluripregiudicato e già condannato per concorso in omicidio commesso a Roma nel ’98 e un venticinquenne già arrestato per spaccio di stupefacenti. Con la questura ha collaborato anche la Polizia provinciale.

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