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Melissa. Il killer confessa ma non convince il movente: continuano le indagini

810039699077606h1vh3o2edVCe9RbL8PVvfb2soKeBKEUZjDFS5Y3Pf7XQBjwwu1g6gN43qvzoM6WAmpGkrAOh0iZ1WUx7wciHiyqEA50YOHYm60JWtmQT2U1dY6JJGOku38srCHM98ujX8B37DXS4NnnOZhKbJg545LBRINDISI – Giovanni Vantaggiato, fermato perchè ritenuto l’autore dell’attentato di Brindisi del 19 maggio scorso, viene contestato, nel decreto di fermo, il reato di strage in concorso aggravata da finalità di terrorismo. Lo hanno riferito gli inquirenti in una conferenza stampa al Palazzo di giustizia di Brindisi. «Lui non ha spiegato nulla, ha fatto riferimento generico a problemi economici, ha detto di avercela con il mondo. In realtà non ha voluto dire alcunchè, ma questo non priva di credibilità le sue ammissioni». Lo ha detto il procuratore della Dda di Lecce, Cataldo Motta, su quanto raccontato da Giovanni Vantaggiato.

“DI NOTTE NON C’E’ NESSUNO” L’uomo fermato con le accuse di aver fabbricato, collocato e fatto esplodere l’ordigno davanti alla scuola Morvillo-Falcone di Mesagne, durante l’interrogatorio di ieri sera, ha detto di aver colpito «in orario diurno e non in orario notturno perchè di notte non c’era nessuno». Lo ha spiegato il procuratore capo della Dda di Lecce, Cataldo Motta durante una conferenza stampa a Brindisi.

LE DUE AUTOVETTURE «Sul movente del gesto questo signore non ha voluto dire alcunchè perchè ha dato una indicazione generica e priva di credibilità. A mio avviso il contenuto di quell’interrogatorio non è soddisfacente». Lo ha detto il procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, Cataldo Motta, durante la conferenza stampa convocata a Brindisi per spiegare i contenuti del decreto di fermo, emesso insieme al sostituto della stessa Dda Guglielmo Cataldi e al sostituto della Procura della Repubblica di Brindisi, Milto De Nozza a carico di Giovanni Vantaggiato, titolare di una ditta per il commercio di carburanti di Copertino, nel leccese. «L’indagine prosegue in questa direzione -ha aggiunto- con il vantaggio rispetto a prima di avere un punto di partenza». Circa il modo in cui gli investigatori sono giunti all’uomo sospettato di aver costruito, collocato e fatto esplodere l’ordigno che il 19 maggio scorso ha ucciso la 16enne Melissa Bassi e ha ferito altre 5 studentesse davanti all’istituto professionale ‘Morvillo-Falconè di Brindisi, il procuratore ha risposto che sono state determinanti «le due autovetture entrambe di proprietà di Vantaggiato».

I DUBBI Qualcosa non torna. Lo ha chiarito il procuratore capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, Cataldo Motta, stanotte, parlando davanti la sede della Polizia di Stato: «La confessione non è soddisfacente per cui le indagini comunque continueranno per completare il quadro investigativo».

Molti dubbi anche sul movente: «Questo è uno degli aspetti che non convince, non lo sa dire. Non sappiamo se ha fatto tutto da solo. C’è un solo fermo» ha spiegato Motta. E sulla questione se volesse colpire la scyola, il procuratore capo ha risposto: «Non lo sa. Mentalmente sta bene. Quello che vi posso comunicare è questa perplessità sul contenuto tutto dell’interrogatorio. Ha ammesso la propria partecipazione ma per quanto riguarda il resto non è convincente».

PERQUISIZIONI IN CORSO. Sono in corso perquisizioni nel deposito di carburanti di Giovanni Vantaggiato, fermato ieri sera per l’attentato a Brindisi alla scuola ‘Morvillo Falconè. Le perquisizioni sono fatte anche ad altri locali di pertinenza dell’uomo. Oltre agli accertamenti in loco, gli investigatori ne stanno compiendo altri sulle auto che sono state viste nei filmati girati da telecamere di sorveglianza nell’area dell’attentato poco prima dello scoppio della bomba. Le vetture – una intestata a Vantaggiato e una sua moglie – sono state però portate via per essere sottoposte a controlli accurati con apparecchiature scientifiche.

GLI INDIZI. Tra gli indizi principali, a parte l’ormai famoso video, anche il fatto che la sua auto, una Fiat Tipo, sia stata notata, o forse ripresa da altre telecamere, varie volte nei pressi della scuola nelle ore precedenti all’attentato.

Inoltre, l’analisi delle celle telefoniche della zona testimonia che il suo cellulare si sarebbe agganciato ad esse in orari prossimi all’esplosione.

Vantaggiato, inoltre, avrebbe una somiglianza con l’uomo del video e quel lieve difetto fisico a un braccio di cui si era parlato nelle prime ore: «Fisicamente può essere compatibile con l’uomo del video», ha precisato Motta. L’accusa nei confronti del commerciante salentino sarebbe di strage con finalità di terrorismo. A suo carico ci sarebbe anche qualche intercettazione.

Ieri sera mentre era sotto torchio in Questura a Lecce, gli inquirenti hanno effettuato delle perquisizioni in casa e nel deposito per carburanti che si trova a Copertino sulla strada per Leverano.

I rilievi continuano stamattina.

Questa mattina alle 11 dovrebbe tenersi una conferenza stampa proprio alla Procura di Brindisi da parte del procuratore della Dda di Lecce Cataldo Motta.

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