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Terremoto. In Emilia altre scosse in mattinata: la più forte di magnitudo 3.9

terremotoemiliaromagnaMODENA – Non si fermano le scosse di terremoto in Emilia: altre tre scosse, tutte oltre il terzo grado della scala richter, hanno interessato questa mattina la zona compresa tra le province di Modena e Mantova. La prima, alle 8.55, di magnitudo 3.9, ha interessato Concordia e San Possidonio (Modena) e Moglia (Mantova); la seconda, alle 9.04, di intensità 3.4, è stata avvertita tra Concordia (Mo), Moglia e San Giacomo delle Segnate(Mn); l’altra, alle 9.21, di magnitudo 3.2, ha avuto epicentro tra Concordia, San Possidonio e Mirandola tutte località in provincia di Modena.

CROLLI. In pochi secondi quello che ancora rimaneva della Settecentesca torre dell’orologio di Novi di Modena – costruita tre secoli fa esatti – è precipitato al suolo. Altri crolli si sono verificati anche nelle zone rosse di Finale Emilia e San Possidonio, epicentro del nuovo sisma. Un colpo al cuore per i cittadini terremotati già duramente messi alla prova. Gli sfollati sono schizzati fuori dalle tendopoli e dai centri di accoglienza della zona, in alcuni dei quali è mancata la corrente elettrica per alcuni minuti. Qualcuno è caduto a terra e i sanitari sono dovuti intervenire per alcuni malori, mentre scattavano i controlli della protezione civile e delle forze dell’ordine.

REPLICHE. Ben diciannove, le scosse registrate nei minuti successivi, tutte di minore intensità, al termine di una giornata che era trascorsa tra la voglia di ricominciare e la conta dei danni. La prima stima con un crisma di ufficialità l’aveva data il commissario europeo alla politica regionale, Johannes Hahn, che, con il vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani, ha visitato le zone colpite dal sisma. «Posso dire che si tratta di danni intorno ai 5 miliardi di euro – aveva detto – Noi potremmo dare un aiuto nell’ordine di 150-200 milioni», mentre dai ministri per lo sviluppo rurale potrebbero arrivare altri 100 milioni di euro. «L’Europa sarà a fianco dei terremotati nell’opera di aiuto e di ricostruzione», aveva ribadito Tajani, al termine del sopralluogo aereo sulle zone colpite dal sisma.

“TORRE CADUTA, NOI IN PIEDI”. «La torre è caduta, ma noi siamo in piedi». Con queste parole il sindaco di Novi, Luisa Turci, fotografa lo spirito della popolazione del paese della Bassa modenese dopo la forte scossa di questa sera, magnitudo 5.1, che ha provocato il crollo della Torre dell’orologio, il simbolo della località, già gravemente danneggiata dalle precedenti scosse, ma che non ha provocato feriti. «La scossa non ha fatto del male a nessuno sotto il profilo fisico – ha aggiunto – ma ha fatto certamente male alla nostra comunità, perchè la torre era il nostro simbolo. Ora cercheremo di trovarne altri. Ma il vero simbolo sono i bambini, i giovani, il significato di una comunità che comunque si ritrova unita e va avanti». «In tre secoli di vita (da una memoria dell’Archivio Comunale di Novi la nostra Torre risulta essere stata edificata nel 1712) – spiegava tempo addietro il Gruppo storico Novese in un proprio elaborato – la nostra torre è stata testimone delle principali vicende del nostro paese. Dominando quello che è il foro della nostra comunità, ne ha viste di tutte le sorti e di tutti i colori: soldatesche straniere d’occupazione e carri armati liberatori, adunate di protesta e di festa, camicie rosse garibaldine e camicie nere, funerali e carnevali, mercati e fiere, palazzi e scuole nascere e morire… Per la sua posizione centrale, l’elegante sviluppo verticale e le connotazioni storiche la torre dell’orologio è cos assurta a simbolo civico, quasi stemma araldico, della comunità del capoluogo novese».

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