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Cronaca di una violenza annunciata

Lo sgomento e la rabbia si leggevano sui volti delle brave persone… Il corteo dei manifestanti ha cercato sin dall’inizio di isolare i violenti ed i facinorosi che erano facilmente riconoscibili dall’abbigliamento di colore nero. Mai come questa volta la gente ci ha abbracciato, quasi osannato; i “buoni” ci hanno dato manforte e coraggio quando hanno visto che non avrebbero potuto da soli arginare i violenti. Noi abbiamo visto con i nostri occhi i “buoni” cacciare ed allontanare i “cattivi” mentre questi ultimi attaccavano il nostro contingente in una traversa di via Cavour, precisamente all’altezza di Salita Borgia.

I black bloc, tutti travisati, erano nascosti in mezzo al corteo dei pacifisti e utilizzavano di tutto per rompere vetrine, bruciare vetture private e case, distruggere cassonetti e segnali stradali! Erano indemoniati! E compiaciuti della loro opera.
La scena che si presentava ai nostri occhi a piazza san giovanni era terrificante…, faceva tornare alla mente i momenti di Genova 2001, riaccendeva in alcuni di noi quelle molotov di Terzigno del 2010, di piazza del Popolo a Roma del 14 dicembre scorso e della recente Val di Susa!

Ma la nostra professionalità ha evitato il peggio; siamo stati capaci di resistere alle provocazioni ed agli attacchi mostrando che la tutela dell’Ordine Pubblico passa sempre per vie legali, a dispetto di chi ci vuole cattivi ed ignoranti. Di fronte a quello che si prospettava davanti a noi, praticamente fiamme a 360 gradi e sassi e bombe-carta della peggior specie che arrivavano dappertutto, tenere i nervi saldi è stato difficile; alla fine hanno prevalso il buon senso, la nostra tecnica e soprattutto la legalità. La maturità del Reparto Mobile ha portato ad un risultato che sembrava quasi insperato: nonostante in piazza san Giovanni inizialmente ci fossero soltanto 40 uomini (cosa questa incredibile considerando che sarebbe dovuto arrivare lì un corteo di 150.000 persone che era previsto ad altissimo rischio!), dopo gli assalti che tutti hanno potuto vedere incollati davanti alle tv, la Sala Operativa mandava sul posto altri 50 uomini del Reparto Mobile Roma con gli ML, i mezzi antisommossa, i c.d. MAMMUTH. Giunti sul posto, gli uomini vedevano, con desolazione, una piazza devastata sgombra anche di quei 40 uomini (20 poliziotti e 20 carabinieri) che erano stati accompagnati nel frattempo al più vicino Ospedale; in 50, quindi, utilizzando i gas lacrimogeni (ne sono stati sparati circa 100), hanno sgomberato, guidati da 2 funzionari della Questura di Roma, la piazza San Giovanni per poi spingere i black bloc verso la via Merulana; questi ultimi, indietreggiando, bruciavano e devastavano tutto ciò che gli capitasse a tiro, addirittura appiccando il fuoco alle impalcature in legno a ridosso di un palazzo! L’unica possibilità operativa a disposizione dei poliziotti diventava l’utilizzo dei mezzi ML per sgomberare la strada che era ostruita da cassonetti incendiati. Qui, la bravura degli uomini del Reparto ha permesso di risolvere la delicatissima problematica di Ordine Pubblico respingendo i black bloc niente meno fino a piazza Vittorio dove poi gli stessi si disperdevano. La domanda è questa: ma forse non sarebbe stato più logico e risolutivo inviare a piazza San Giovanni un contingente molto più nutrito di poliziotti visto che inizialmente si parlava di nuclei mobili da 50 uomini? C’erano effettivamente nuclei di sbarramento molto folti per un totale di 1500 uomini circa tra Reparti Mobili (800), Battaglione dei Carabinieri e Guardia della Finanza! Forse si poteva evitare tutto ciò?

Una domanda sorge spontanea: è possibile che allo stadio non si può portare una bottiglietta d’acqua ed ad una manifestazione si può invece portare uno zaino pieno di bombe-carta e molotov?!?! La risposta sembra quasi ovvia: è più importante la salvaguardia di 22 calciatori e dell’arbitro che la tutela del patrimonio artistico d’una città, dei luoghi sacri, dei cittadini e della loro vita privata e, in ultima ma non certo per importanza, della vita dei poliziotti?!? Questo dovrebbe far riflettere su quanto accaduto realmente in piazza il 15 ottobre; bisogna prestare attenzione proprio sulla scala di valori che questa società oggi stila imprudentemente. Per lo stadio è stata inventata la tessera del tifoso, per le manifestazioni invece? È stato proposto il numero di riconoscimento su ogni casco dei poliziotti e per i delinquenti travisati ed armati invece che cosa è stato proposto?!? Il poliziotto, grazie ad un telefonino, è sempre riconosciuto e può essere indagato in qualsiasi momento perché basta un ordine di servizio; il black bloc, invece, per essere imputato ed eventualmente condannato deve essere riconoscibile fino alla terza generazione dandogli poi tutti i benefit di legge senza pensare mai di fargli pagare i danni che ha causato nelle sue devastazioni. Questa è GIUSTIZIA? Questo è uno Stato Democratico?

Non possiamo essere soltanto noi a far rispettare la legge, c’è bisogno che questa sia applicata per ripristinare lo status quo, per evitare appunto che la nostra azione, spesso da kamikaze ma comunque sempre da eroi, non finisca lì in quella carica; l’impunità tanto agognata dai devastatori deve finire unicamente nella legalità per il rispetto dello Stato e soprattutto di tutta la cittadinanza!
Ma la tutela dell’Ordine Pubblico passa soprattutto per la nostra vita che viene messa ad altissimo rischio da finti manifestanti e veri attentatori.

Perché come è rimasta attonita la gente comune in televisione e dal vivo lo siamo rimasti anche noi, impressionati da tanta cattiveria e soprattutto da perfetta organizzazione criminale; si muovevano come fossero addestrati!

In questi momenti non ci viene da chiedere allo Stato di darci più soldi! Siamo responsabili e consapevoli del fatto che i soldi non ci restituirebbero la dignità perduta in questi anni; siamo consci del fatto che il rispetto della gente passa anche e soprattutto per il nostro agire che spesso la gente vede con disprezzo! Pertanto, vogliamo, esigiamo maggior attenzione per la nostra professionalità! Noi risolviamo le problematiche gravissime dell’Ordine Pubblico ma lo facciamo con la nostra celerità e le decisioni prese estemporaneamente da uomini esperti e capaci, legati dal senso di servizio e di Stato. Usciamo dal 15 ottobre con molti colleghi con le ossa rotte, con molti mezzi distrutti, tra cui i mezzi speciali quali gli idranti la cui manutenzione e riparazione hanno costi elevatissimi.

Dopo tanti anni di falsità, finalmente, qualcuno comincia a parlare con orgoglio dei poliziotti italiani; forse anche questo può servire per capire e far capire che la responsabilità degli eventi di piazza non può essere imputata sempre ai celerini. La responsabilità degli eventi di piazza è unicamente di chi devasta la piazza; forse però a riflettere sui fatti del 15 ottobre non dovrebbero essere i poliziotti dei Reparti antisommossa bensì la Magistratura che deve dare, mai come adesso, risposte decise e certe. Vorremmo far notare, da esperti dell’O.P., che le dinamiche delle devastazioni di Roma sono simili con quelle della Val di Susa e di Terzigno del 2010; questo rileva un fatto ancor più importante cioè che l’escalation della violenza ha conosciuto un’impennata elevata verso la vera guerriglia urbana sempre più organizzata quasi militarmente.

Chiediamo, così, massima attenzione ai Dirigenti di Polizia impegnati in Ordine Pubblico ed al coordinamento dello stesso affinché sia “ascoltata” la professionalità dei poliziotti fermando così sul nascere anche le sole iniziative di devastazione che i “cattivi” vorranno adottare.

Ricordando però un piccolo particolare che è per noi sconcertante….un’aula del Parlamento Italiano è intitolata a Carlo Giuliani. NON ABBIAMO ALTRO DA AGGIUNGERE!

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