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Coordinamento donne

Giornata internazionale conto la violenza sulle donne

Violenza sulle donne

“Il narcisismo è radicato nella società, il Covid-19 ci fa paura, ma questa è altra pandemia”

Carolina Bertolaso, psicologa, fondatrice del portale Narcistop.

Ed eccola puntuale anche quest’anno “la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne” a ricordarci che questo problema, che affligge l’umanità, non conosce tregua nemmeno in momenti come quelli che stiamo vivendo.

Ma quest’anno non pubblicherò numeri e statistiche perché ne abbiamo davvero tutti abbastanza.

Quest’anno vorrei attirare l’attenzione su una particolare forma di violenza che si è intensificata durante il periodo dell’isolamento forzato causato dalla diffusione del COVID-19.

La tensione, lo stress e la paura hanno attanagliato molte famiglie costrette loro malgrado a chiudersi in casa e condividere spazi e tempi che prima lasciavano margini di libertà e di reazione.

Con il lockdown all’interno delle mura domestiche si sono intensificati i casi di violenza in famiglia e accanto ad essi è emerso un preoccupante aumento di una particolare forma di questi casi.

Si tratta della violenza psicologica e della dipendenza affettiva nelle relazioni con il narcisista patologico.

Il narcisismo patologico è un disturbo tipico della società contemporanea ed individualista e la maggior parte delle persone che ne sono affette non va in terapia quindi questa patologia non viene mai diagnosticata.

L’abuso narcisistico è una minaccia che affligge moltissime donne inconsapevoli.

I leader narcisi (nella grande maggioranza uomini) non attaccano direttamente la vittima, si limitano a orchestrare il bullismo e la dominazione da dietro le quinte. Tuttavia, quando si tratta di una relazione amorosa, di amicizia o collaborazione, il narcisista mette in atto una serie di azioni intese a legare a sé la vittima, per poi vampirizzarla. Ed è proprio questo comportamento apparentemente amorevole che rende inconsapevoli le vittime. Nel frattempo, il narciso dà la colpa delle proprie malefatte alla vittima, che secondo lui non gli fornisce abbastanza amore e adorazione. La vittima ci crede e si addossa tutte le colpe per i problemi del narciso e della relazione. Quindi si convince che per sanare la situazione, lei debba dare sempre di più, fino ad essere totalmente prosciugata.

A questo punto, la succube in genere finisce sull’orlo del suicidio o pone in essere comportamenti autodistruttivi, mentre il narciso se ne sbarazza non appena trova una nuova vittima.

E’ difficile trovare dati che misurino il fenomeno nella sua portata perché le donne che ne sono vittime non la percepiscono come violenza fino a quando non toccano il fondo e raramente prendono coscienza del loro stato per farsi aiutare da un psicoterapeuta.

Mi auspico che si presti sempre maggiore attenzione a questa forma di violenza attraverso una capillare sensibilizzazione ed adeguata informazione preventiva diretta a tutte le donne che possono cadere vittime di relazioni tossiche, perché ogni donna può essere vittima di un narcisista indipendentemente dall’età, dalla posizione, dalla cultura e dall’estrazione sociale.

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