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La “casta“ di palazzo del “copia e incolla”

I “Burocrati” regnano nella Direzione Centrale della Polizia Criminale, non si deve temere e lottare la criminalità ma il burocrate e la burocrazia, statica e non aggiornata che non sa neanche leggere una motivazione o è “ignorante” in materia di accesso alla documentazione amministrativa e ai “dati personali” o ancor più grave perché dolosamente omissiva vuole nascondere chissà cosa.

Una CASTA di palazzo e di privilegio del “copia e incolla”, a cui tutto è dovuto e tutto può che deve essere smantellata per garantire invece i diritti dei lavoratori e la trasparenza amministrativa: loro decidono, loro fanno e chi non si adegua viene perseguito e allontanato.

Noi combattiamo contro questi burocrati che negano i diritti più elementari, come il diritto di critica e il diritto di accedere al proprio fascicolo personale. Questa Amministrazione arrogante, che a scapito della trasparenza amministrativa (principio caratterizzante la Pubblica Amministrazione), deve mantenere una posizione di supremazia.

E’ quello che appare nella Direzione Centrale Polizia Criminale che ha continuità nei suoi burocrati e non certo nei Vice Capi che cambiano in continuazione dal 2013 sono 3 i Vice Capi che si sono succeduti: Cirillo – Della Rocca – Cufalo. Allora intervenimmo presso la stessa Direzione per gli eccessi di potere da parte della “catena di comando” del SSII. Oggi interveniamo presso un altro settore della stessa Direzione per gli stessi motivi: illeciti, abusi, omissioni, discriminazioni e comportamenti antisindacali.

Ma chi è che ha mantenuto le fila? Chi ha dato continuità agli illeciti abusi omissioni discriminazioni e comportamenti antisindacali? I burocrati che impediscono il rinnovamento la trasparenza e la semplificazione per mantenere i loro privilegi compreso il “comando”.

Burocrati che esprimono il loro ECCESSIVO FORMALISMO GRETTO in un “copia e incolla” di leggi e regolamenti per negare diritti legittimi e affermare prepotentemente con arroganza il potere dell’Amministrazione, e nel caso in specie, dimostrando tutta la loro “ignoranza” nelle materie di accesso agli atti alla documentazione amministrativa e ai “dati personali”, diritto di ogni dipendente pubblico che non può essere impedito come invece si sta tentando di fare nel “palazzo del potere”.
Illeciti abusi omissioni discriminazioni e comportamenti antisindacali sono l’espressione delle “note” della Direzione Centrale della Polizia Criminale.

Abbiamo DIFFIDATO il Prefetto e il Responsabile del procedimento ad adempiere contestando il loro diniego giuridicamente e con l’orientamento dell’Amministrazione della P.S., suffragato dal Consiglio di Stato e dalla giurisdizione esclusiva del Giudice Amministrativo (della serie un Dipartimento non sa cosa fa l’altro come la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra).

Occorrerà l’intervento delle Autorità Competenti per capire il perché di tanta reticenza a consentire all’accesso agli atti, diritto soggettivo di ogni dipendente (prevalente sull’Amministrazione implicando per la stessa l’obbligo di un facere) e quali atti o irregolarità con tale resistenza si vogliono sottrarre agli interessati o evitarne la conoscenza.

Roma 11 novembre 2015

Il segretario Generale Provinciale Federale
Flavio Tuzi

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